Un importante passo avanti nell’attuazione della “legge Gelli”: il protocollo CSM, CNF e FNOMCeO per la formazione degli albi consulenti d’ufficio e dei periti

Un importante passo avanti nell’attuazione della “legge Gelli”: il protocollo CSM, CNF e FNOMCeO per la formazione degli albi consulenti d’ufficio e dei periti
28 Giugno 2018: Un importante passo avanti nell’attuazione della “legge Gelli”: il protocollo CSM, CNF e FNOMCeO per la formazione degli albi consulenti d’ufficio e dei periti 28 Giugno 2018

Tra le tante innovazioni introdotte dalla “legge Gelli” dovrebbe rivestire particolare rilievo patico quella diretta ad assicurare la qualificazione professionale dei consulenti d’ufficio e dei periti nominati nei giudizi (civili e penali) in materia di responsabilità sanitaria.

L’art. 15 della legge, com’è noto, prevede che consulenze civili e perizie penali debbano essere affidate ad un collegio di ausiliari del Giudice composto da “un medico specializzato in medicina legale” e da “uno o più specialisti nella disciplina che abbiano specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento”.

In questa materia la crescente specializzazione della medicina e le specificità proprie delle numerose altre “professioni sanitarie” hanno suggerito al legislatore di imporre l’affiancamento alla classica, ed imprescindibile, figura del medico legale di specialisti delle materie interessate dal singolo giudizio.

A questo scopo la norma ha inoltre previsto l’integrazione degli albi previsti dalle disposizioni di attuazione del c.p.c. e del c,p.p., affinché vi siano “indicate e documentate le specializzazioni degli iscritti”, nonché la loro revisione periodica.

Questa operazione è molto più complessa di quanto potrebbe sembrare a prima vista.

Proprio per armonizzare le procedure di formazione e tenuta degli albi in questione il Consiglio Superiore della Magistratura, il Consiglio Nazionale Forense e la Federazione Nazionale del Medici Chirurghi e Odontoiatri il 24 maggio scorso hanno sottoscritto un protocollo d’intesa molto dettagliato.

Fra i punti salienti la predisposizione di un “software gestionale” (a spese di FNOMCeO) con una “struttura interna standardizzata”, suddivisa per specializzazioni, degli “albi circondariali”, nel quale sarà registrato il “fascicolo personale” di ciascun professionista iscritto, accessibile ai magistrati e, solo per ciò che attiene alle informazioni essenziali, anche al pubblico (mediante i Siti web dei singoli Tribunali).

Gli albi saranno suddivisi in due sezioni distinte, relative ai medici-chirurghi ed ai medici-odontoiatri, ciascuna delle quali prevedrà le diverse specializzazioni ( “corrispondenti alle scuole di specializzazione individuate dal Ministero dell’istruzione”, come da d.m. 4.2.2015), salva l’individuazione di eventuali “sotto-categorie” che verranno individuate mediante un “confronto con le società scientifiche riconosciute, ai senesi dell’art. 5, l. n. 24/2017, dal Ministero della salute”, nonché l’aggiunta di altre specializzazioni riguardanti le professioni sanitarie “non mediche” (come, ad esempio, quelle di infermiere, fisioterapista, logopedista…).

Il protocollo individua, inoltre, i requisiti richiesti per l’iscrizione agli albi, ai fini della “speciale competenza” professionale prevista dalla legge, identificandoli nell’”esercizio ella professione nella rispettiva disciplina… non inferiore a 5 anni”, nel “curriculum formativo post-universitario”, nei curricula “professionale” e “scientifico” e nei “riconoscimenti accademici e professionali”.

Le domande di iscrizione dovranno essere raccolte e vagliate dagli appositi Comitati formati presso ciascun Tribunale, con una procedura che dovrà aprirsi con un avviso pubblico da emanarsi periodicamente (viene consigliata una frequenza annuale), mentre gli albi conseguentemente formati dovranno essere sottoposti ad una revisione periodica (preferibilmente triennale), dovendosi inoltre eseguire controlli periodici “a campione” in merito al permanere dei requisiti dichiarati dagli iscritti.

 C.S.M., C.N.F. e FNOMCeO si sono poi impegnati a promuovere entro 45 giorni “la stipulazione di protocolli d’intesa a livello circondariale” tra “il Tribunale, l’Ordine circondariale degli avvocati e l’Ordine provinciale dei medici-chirurghi e degli odontoiatri (nonché, in prospettiva, gli Ordini delle altre professioni sanitarie)” per attuare quanto convenuto a livello nazionale.

Si tratterà indubbiamente di un passaggio fondamentale per migliorare la “qualità” dell’amministrazione della giustizia in un settore molto delicato, dopo una riforma le cui prospettive sono ancora tutte da verificare e che, con riguardo a questo specifico aspetto, ha il suo punto debole proprio nella mancanza di controlli qualitativi adeguati sulla qualità delle prestazioni concretamente rese dagli iscritti agli albi.

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